Sabato 28 Gennaio 2017 ore 21,00 / Domenica 29 Gennaio 2017 ore 16,00
Gran Café Chantant
PRIMA IN TOSCANA
Compagnia Il Teatro di Tato Russo
presenta
GRAN CAFÈ CHANTANT
Vaudeville in due atti di Tato Russo
da Eduardo Scarpretta
Con L’Orchestra Gran Cafè Chantant
Siamo ai primi del Novecento, nel cuore della Belle Époque. Molti teatri di prosa chiudono perché la moda dell’epoca li rende ormai deserti, qualcuno viene trasformato in ritrovo di numeri ben più allegrotti. Due coppie di artisti ormai alla fame, detentori dell’antica arte della tragedia, sono costretti a riciclarsi come vedette di café chantant. Una serie infinita di traversie e di avventure tutte da ridere li accompagna in quello che vuole soprattutto essere l’affresco d’un epoca edonistica e culturalmente in grande decadenza. Tato Russo riscrive e trasforma la commedia di Scarpetta in un vaudeville, che è un tourbillon di trovate e di caratteri, e intorno al classico divertentissimo intreccio scarpettiano ci propone l’analisi critica di un periodo storico che, pur durando lo spazio di una meteora, fu denso di significati culturali e civili, che chiudeva un secolo, l’Ottocento, e ne proponeva un altro, quello dell’opera moderna. Un mitico quindicennio che, pur proponendosi come un’epoca di splendori, portava in se un periodo di miseria e decadenza.
La vicenda narrata dura un solo giorno, ma Tato Russo dilata lo spazio temporale di questa giornata, riferendola all’intero periodo di quel quindicennio, dalla nascita, allo splendore, alla miseria del café chantant: un lungo giorno in cui cambia la moda, il gusto, la maniera di pensare della gente. E se l’azione parte dalla crisi del teatro di prosa determinata dall’aggressione del café chantant, termina nella fine quest’ultimo a sua volta stroncato dall’avvento del cinema. Intorno ai quattro protagonisti della storia si muove una miriade di personaggi, che vagano tra tipi macchiette. Tato Russo ha impostato la commedia su questa folleggiante contrapposizione di stili recitativi e di drammaturgia. Da una parte il linguaggio di commedia che sarà di Eduardo, dall’altra quello da farsa che è tipico di Scarpetta. Da una parte un Felice, personaggio nel vero senso della parola; dall’altra il mondo delle caricature, dei trucchi, delle esagerazioni. Tato Russo ripropone cosi uno Scarpetta diverso, più vicino ai classici, laddove ogni intuizione critica non si propone mai come fine a se stessa ma sottostà invece ad un piano organico di messa in scena, in cui ogni elemento concorre in giusta proporzione con tutti gli altri. Uno spettacolo ricco di trovate, di colori, di contenuti. Un vero fuoco di fila affidato alla grande bravura di tutti gli interpreti.
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