18 Febbraio 2017
Siamo ancora noi, sempre noi
In occasione dell’anniversario dei 70 anni, le Vecchie Pagliette del Buzzi tornano sul palco del Politeama Pratese.
Con:
Claudio Azzini
Leonardo Betti
Tullio Ciarapica
Roberto Livi
Mario Maggesi
Massimo Mammoli
Marco Martelli
Claudio Moradei
Lamberto Muggiani
Alberto Nincheri
Luca Novelli
Paolo Ravalli
Enrico Zipoli
Testi di:
Rodolfo Betti
Silvio Giannini
Luca Managlia
Piero Zucchi
Musiche di:
Roberta Betti
Costumi di:
Marcella Moscatelli
Regia di
Lamberto Muggiani
“Le Pagliette compiono 70 anni, ecco il nostro regalo”
intervista a Roberta Betti
«Volevo che Prato si ricordasse di loro. E siccome sono una delle ultime rimaste a rammentare tutto di quegli anni, mi sono detta: Roberta, lo devi fare. Sono passati settant’anni, è il momento».
E così sabato 18 febbraio Roberta Betti metterà in scena nel suo Politeama la «Rivista delle riviste», lo spettacolo per le vecchie Pagliette del Buzzi. In scena anche tanti protagonisti di una storia lunga e bella e tutta pratese, a cominciare da Lamberto Muggiani, Tullio Ciarapica e Marco Martelli. I testi saranno quelli storici, firmati da Rodolfo Betti, Silvio Giannini e Piero Zucchi, le musiche quelle che Roberta ha scritto per almeno 25 edizioni della Rivista. Non un’operazione nostalgia, ma l’occasione per rendere a omaggio a chi ha regalato allegria e sorrisi a generazioni di pratesi, sul palco o dietro le quinte. Silvio Giannini, Umberto Primi, Sergio Gadducci, ad esempio.
«Non parla nessuno di quelli che veramente hanno creato questo spettacolo. Bisogna tornare indietro, almeno per una sera dobbiamo ricordare».
Roberta Betti è una combattente, ma è anche un’innamorata della musica e del teatro, di quegli amori così potenti che ti aiutano a vivere, a superare i momenti difficili, a resistere agli anni che passano, al mondo che cambia. È una donna speciale, che ascolteresti per ore, con le miriadi di aneddoti che ha da raccontare, le battute che fulminano e le risate, gli occhi che parlano e ogni tanto si commuovono un po’.
Ha conservato tutto. I nastri con le registrazioni, le locandine, i ritagli di giornale, le fotografie. Soprattutto i ricordi di quegli anni, l’allegria e le beffe, la voglia di vivere. «Vedi, io alla Rivista devo tanto. E adesso ti spiego perché». La guerra era finita da poco, Roberta Betti lavorava alla Imex Lane e inventava canzoni al pianoforte. «Ne composi una che mi pareva tanto bella. ‘Napule tinta luna’, si chiamava. Mi telefonarono una sera: era fra le venti finaliste del Festival di Napoli, che allora era importante quasi quanto Sanremo. Non credo di aver mai provato una gioia tanto grande, ero così giovane e parevo pazza. Il giorno dopo la brutta notizia: al posto della mia canzone avevano scelto un brano prodotto dalla Ricordi, in cambio di due milioni di allora. Chiusi il pianoforte e diedi a mia madre la chiave. Non ne volevo più sapere. E così fu per anni». Roberta in ufficio però continuava a cantare. E con lei lavorava Umberto Primi, uno degli organizzatori della Rivista. «Mi disse: vieni con noi, scrivi per le Pagliette. Così ho ritrovato il piacere della musica».
Era il 1953. La Rivista era nata sei anni prima, settant’anni fa, appunto. E il 18 febbraio da lì si partirà. Quella sera in platea al Metastasio c’era anche Curzio Malaparte, che recensì lo spettacolo sul Tempo di Roma. Una pagina intera e un titolo: «L’oro dei poveri». Scrisse: «Non credo che Wanda Osiris abbia mai avuto soubrette più belle, eleganti, avvenenti, desiderabili di questi giovanotti travestiti da donna». Una recensione scritta con entusiasmo, per l’intelligenza, il gusto e la libertà della Rivista. A ricordare quell’esaltante esordio le diapositive, che saranno proiettate sul grande schermo del Politeama.
Per le edizioni successive arriveranno le registrazioni audio e poi i video, che durante lo spettacolo del 18 febbraio si alterneranno con gli sketch sul palco dal vivo. «Come ci divertivamo», racconta Roberta Betti. La sua prima canzone per le Pagliette s’intitolava «Svettan verso il ciel ciminier», testo e musica. La intona con allegria. «La gente non canta più. Prima cantavano tutti, che peccato…» (Anna Beltrame)
I prezzi dello spettacolo:
1° settore € 23,00
2° settore € 20,00
Galleria € 16,00
Non vengono applicate riduzioni o diritti di prevendita.
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